Il Papa è su Facebook con Pope2you: Dio gli chiede l’amicizia e lui…

Storie e Notizie n. 40

 

La Storia: Questo è il comunicato che ha inviato San Pietro, l’addetto stampa del Signore: Il Signore con la S maiuscola - altrimenti possono accadere imbarazzanti equivoci… - ha appreso questa mattina con estremo piacere la notizia che il Papa si è iscritto a Facebook. Il Signore con la S maiuscola frequenta assiduamente il web 2.0 ed è approdato sul celebre Network sociale tempo fa, ma finora era riuscito ad avere appena due contatti: San Pietro (il sottoscritto) Lucifero (ma gli manda un sacco di virus…) Così, quando ha appreso la lieta notizia, il Signore con la S maiuscola è andato subito su Facebook per chiedere l’amicizia a Papa Ratzinger e ha trovato la sua pagina. Inutile dire che il Signore con la S maiuscola ci è rimasto molto male. Prima di tutto non è possibile chiedere l’amicizia al Papa. Il mio principale ci contava molto, perché così avrebbe importato le numerose amicizie del pontefice nel suo spazio. Come dire, sarebbe stato anche coerente, un fatto che gli spetta di diritto, insomma. Niente, nessun modo di essere amico del Papa. “Ma allora perché è su Facebook se non è possibile diventargli amico?” si è chiesto il Signore con la S maiuscola. E così ha letto il messaggio di benvenuto che è sulla pagina in questione: Il Papa non è un divo....che firma autografi. Il Papa è già con noi, è già in mezzo a noi...il Papa dialoga già con noi. Questo strumento, ci offre le immagini e gli scritti del Papa, affinchè ci stimolino a diffondere la fede nel mondo di internet...questo è dialogo... Un dialogo ecclesiale, tra il nostro Pastore ed il Popolo di Dio....un dialogo che ci fa accogliere i suggerimenti del Papa e ci stimola a viverli. Abbiamo sentito le Sue grida in tutto il paradiso. Il Signore con la S maiuscola era fuori di sé. Per quale motivo? Primo, ma perché parla in terza persona?! Il Papa di qua, il Papa di là… Cosa ci vuole? Io, Ratzinger, sono qui, su Facebook, è così difficile? “Sembra quel Berlusconi”, ha aggiunto il Creatore, “per colpa del quale devo specificare che sono quello con la S maiuscola! Quando va da Porta a Porta dice il Presidente del consiglio di qua, il Presidente del consiglio di là… Oh, ma sei tu! Sembra che parli di uno che non c’è, che non esiste…” Tuttavia, la cosa che Lo ha fatto imbestialire di più è stata questa menata del dialogo. Dialogo ecclesiale, viene lì definito. “Ma cosa vuol dire?!” ha esclamato il Signore con la S maiuscola. “Dopo guerra umanitaria e discriminazione transitoria positiva, ora ci mancava il Dialogo ecclesiale!” Il motivo dell’indignazione di Dio è comprensibile, in effetti. Per esserci un Dialogo si deve poter parlare ameno in due, altrimenti si chiama Monologo. Nel testo di presentazione viene pure spiegato, a dir la verità: un dialogo che ci fa accogliere i suggerimenti del Papa. D’accordo, il Papa dà i suoi consigli e il Popolo di Dio – quindi del Signore con la S maiuscola, i contatti quindi sono i nostri… - li riceve. “E’ un monologo”, ha concluso Dio, “va bene, come quello dalla finestra a San Pietro, come tutti. Ditelo allora! Noi dobbiamo essere quelli chiari, onesti. Dialogo ecclesiale…” Insomma, il Signore con la S maiuscola ci è rimasto male. Se Papa Ratzinger potesse almeno fare una pagina fan su di Lui, sarebbe almeno un modo per recuperare un vero dialogo… Aggiornamento: Censura! La Notizia: Ratzinger si pente e va su Facebook. Dietrofront dopo la bocciatura di Cei e Osservatore. Benedetto XVI apre la web-finestra e si affaccia sulla piazza virtuale. Il Pontefice, smarcandosi dagli altolà vaticani ai «social networks», ha lanciato ieri il suo profilo su «Facebook», la comunità telematica che raduna in una rete planetaria 200 milioni di persone. L’approdo di papa Ratzinger nel cyberspazio è l’esito di «Pope2You» (Pope to you), il piano del dicastero vaticano delle Comunicazioni sociali per avvicinare la Chiesa al linguaggio dei giovani grazie ai «new media». Un progetto «di frontiera» che apre il pontificato, oltreché a «Facebook», ad altri mondi digitali come i-Phone (è stata creata una specifica applicazione per vedere il Papa sulla piattaforma iPhone e iPod touch), YouTube e Wikipedia. «Da qui la Chiesa porterà la parola di Cristo ai giovani di tutto il pianeta, comunicando in amicizia con loro - spiega l’arcivescovo Claudio Maria Celli, ministro vaticano della Comunicazione -.Saranno disponibili notizie in tempo reale, in cinque lingue, sull’attività di Benedetto XVI, da leggere anche sul telefonino». Ed è proprio attraverso il portale «Pope2You» che da ieri si può accedere al profilo di Joseph Ratzinger su «Facebook» e sono già migliaia le richieste di amicizia. «Per ora il Pontefice non scriverà personalmente i suoi messaggi - puntualizzano in Curia -.Il suo profilo è da considerarsi piuttosto una piazza virtuale in cui trovare foto e parole del Papa e da cui inviare cartoline. Insomma un nuovo luogo, finora inesplorato per il Pontefice, dove incontrarsi, dialogare e sentirsi più vicini al suo pensiero». Eppure le resistenze allo sbarco su «Facebook» non sono mancate. Pochi mesi fa «Second life» e i social networks furono duramente criticati sull’«Osservatore romano» dal cardinale Ennio Antonelli, ministro vaticano della Famiglia, che alla «crescita vertiginosa delle realtà in cui si propone una vita virtuale in un ambiente» attribuisce la «mercificazione delle relazioni familiari». Mette in guardia anche la Cei secondo cui la «questione dell’amicizia si gioca intorno al rapporto tra connettività e riconoscimento dell’identità». E i social network «non producono amicizia in automatico, offrono semplicemente occasioni, ma il rischio è che l’essenziale del volto venga eliminato o ridotto a inoffensivo spettacolo». Di qui il monito dei vescovi italiani a «guardarsi dalle facili scorciatoie delle false intimità esasperate nelle relazioni virtuali, e a rispettare i tempi e le forme reali dell’amicizia».

 Sulla rubrica Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media. PS: Un precedente post di Storie Notizie, nella sua versione inglese, è stato pubblicato dall'autorevole sito americano Axisoflogic, nella rubrica Satira politica.