Berlusconi, Verdini, Scajola e altri 400 casi isolati

 Storie e Notizie N. 186

C’è sempre una prima volta per ogni cosa: oggi voglio spezzare una lancia in favore di Silvio Berlusconi.
Quando applica la sua ormai proverbiale strategia di accusare qualcuno e poi rimangiarselo poco dopo, non fa distinzione tra avversari e alleati.
Bisogna ammetterlo, in questo è una persona coerente.
Sto parlando ovviamente della seguente frase, riportata su tutti i giornali, riguardo alle recenti inchieste sui 400 nomi della lista Anemone: “Si tratta di casi personali e isolati…”
Tale dichiarazione sarebbe stata fatta dal premier rispondendo ad una domanda di Bruno Vespa, il celebre giornalista italiano - noto in Italia e nel mondo per la sua 'onestà intellettuale' - che gli chiedeva un parere sulle accuse ricevute da Verdini e Scajola.
Mentre questi ultimi non avranno affatto gradito il servizietto, ecco che dopo poche ore è arrivata la puntuale precisazione/correzione che il premier non si riferiva a loro.
Si tratta ormai di un classico del repertorio Berlusconiano, un autore che quando non ci sarà più in molti lo rimpiangeranno…

La Storia:

C’era una volta un mercato.
Nel mercato c’era un banco di frutta.
Il banco di frutta era gestito da un fruttivendolo che possiamo chiamare Silvio.
Lo so, è scontato, ma Silvio è un nome comune, è breve e facile da pronunciare.
Questo è il solo motivo per il quale l’ho scelto.
Ve lo potrei giurare tranquillamente anche sui miei figli.
Tanto questa è una storia inventata, posso sparare tutte le cazzate che voglio.
Dicevo, Silvio aveva questo banco che alcune male lingue della zona sinistra del mercato insinuavano avesse ottenuto grazie all’aiuto di tipi a dir poco loschi.
Lui aveva sempre negato e bisogna ammettere che, nonostante tali infamanti accuse, il suo banco era sempre visitato da un numero consistente di avventori.
Il fatto era che Silvio ci sapeva fare con la gente.
Era un abile venditore ed aveva una parlantina estremamente efficace.
Se non altro si capiva tutto quello che diceva e questo era veramente il suo punto di forza.
I suoi più acerrimi concorrenti, i banchi di frutta del lato sinistro del mercato, erano gestiti da mercanti che quando parlavano non si capiva un’acca.
Che poi, dico io, quando devi vendere mele, pere e banane perché tiri fuori tutti quei termini che la gente comune non capisce?
Sembra quasi che ti piaccia avere il banco deserto.
Silvio, al contrario, era semplice e diretto: mercati più sicuri e frutta fresca per tutti.
Perché lui era un inguaribile ottimista, uno che guardava sempre il bicchiere mezzo pieno, anche quando il bicchiere era vuoto, addirittura quando non c’era nemmeno il bicchiere.
Tuttavia, non sempre le cose andavano per il meglio per il miglior fruttivendolo degli ultimi 150 anni, come aveva scritto sull’insegna del banco.
Accadde infatti che alcune signore, clienti di vecchia data, si presentarono una mattina da lui per protestare.
Due tipi di frutta di cui era sempre andato fiero, le mele Verdini e le arance Scajola, erano risultate irrimediabilmente marce.
Le donne alzarono anche la voce e la nuova moglie di Silvio, Bruna detta la Vespa – a causa della sua pungente ironia - intervenne per sedarle: “Calma signore, calma. Basta starnazzare. Noi vendiamo frutta, le oche le trovate più avanti…”
Le clienti non risero affatto e si inalberarono ancora di più, allorché Bruna passò immediatamente la palla al marito: “Tranquille, ora ci pensa Silvio…”
Il fruttivendolo si fece avanti e disse allargando il suo solito gioioso sorriso: “Tutto a posto, signore. Le mele Verdini e le arance Scajola sono solo casi isolati. La nostra frutta è fresca e sana.”
Una volta ritiratesi le rivoltose, Silvio raggruppò la frutta marcia in un grande cesto, lo portò nel retro del banco e prima di gettarne il contenuto nel camion, si arrestò e pensò tra sé: “Mi ci vuole un camion più grande…”
Inevitabile, visto che quest’ultimo era già stato riempito con i meloni Mills, i mandarini Dell’Utri e soprattutto le pere Bertolaso.
Tutti casi isolati.

 

La Notizia: “Si tratta di casi isolati…”