Storie sulla rabbia: risposta bimba senza casa

Storie e Notizie N. 487

Così scrive la sedicenne che aveva inventato lo stupro:
Scusatemi. Ho visto in tv le immagini delle fiamme al campo nomadi e mi sono sentita male. Mi vergogno da morire: mi sono resa conto solo ora di quello che è successo. Ho raccontato quella storia per paura.
Vorrei sentire i miei genitori vicini perché ho capito di aver sbagliato.
Mi sono inventata quella storia, che erano stati due rom, appena ho visto mio fratello passare per la strada. In quel momento non ho pensato alle conseguenze.
Chiedo scusa a tutti e soprattutto a quei bambini del campo. Chiedo scusa a tutta la gente del quartiere per la rabbia che ha suscitato la mia bugia. La colpa è solo mia. Chiedo scusa anche al ragazzo che ho coinvolto in questa storia. Vorrei soltanto poter dimenticare.
Scusa anche a Melania e Francesca, due amiche particolari che mi sono venute a prendere a casa per farmi svagare. Due amiche particolari alle quali ho continuato a raccontare bugie quando invece avrei potuto fidarmi di loro.
Mi ha fatto star male non le volevo tradire spero che continuino ad avere fiducia in me. ho bisogno del loro affetto. Sono pronta ad affrontare le conseguenze di quello che ho fatto…

Ecco un'ipotetica risposta da una bimba del campo:


Cara ragazza,
sono una bimba del campo vittima del rogo e accetto le tue scuse. Il mio popolo ne ha viste così tante di prepotenze e abusi, da quando è comparso su questa terra, che se non avesse imparato ad accettare le scuse, quando arrivano, cos’altro le rimarrebbe in mano? Da dove altro potremmo cominciare, voi e noi, a costruire quel benedetto ponte tra il nostro campo e il vostro?
Ciò nonostante, ho sentito il bisogno di scriverti perché non sono d’accordo con alcune delle cose che sostieni nella tua lettera.
Prima cosa ci tengo a dirti che non credo che tu abbia accusato noi, tutti noi, solo per paura.
Conosco la paura, la nostra gente ci convive fin dalla nascita e so bene che essa fa parte del vostro fare sempre, che ci accusiate di qualcosa di inventato o reale. Avrai pure sentito paura ma la vera forza che ti ha spinto a fare il nostro nome, quello di tutti noi, è stata la rabbia.
Una rabbia latente, sempre presente nei vostri cuori, proprio come la paura.
Non sto dicendo che ci odi, piuttosto che tu, come molti di voi, avete già l’odio nel cuore, ancora prima di trovare qualcuno su cui riversarlo.
Rom, extracomunitari, islamici, omosessuali, l’uno vale l’altro se giustifica lo sfogo.
Per questo ti sei inventata quella storia, non perché hai visto tuo fratello passare per la strada, ed è per la medesima ragione che a tanti è risultato così facile crederci.
Per lo stesso motivo ti dico che non è vero che, come affermi, la colpa sia solo tua.
La responsabilità di questa stolta e cieca violenza va spartita con tanti signori. Politici, giornalisti, opinionisti e quant’altro che riescono a farsi ascoltare da più persone, coltivando quotidianamente quello stesso odio, mantenendolo caldo al punto giusto, per poterne approfittare quando occorre.
Il vero problema è che al massimo verrai punita solo te e le teste fragili le cui mani hanno dato fuoco alla nostra vita…

La Notizia (La Repubblica): La lettera: "Chiedo scusa a tutti soprattutto ai bambini del campo"